Sebbene il nome del piatto di oggi possa far pensare male alcuni dei miei lettori più maliziosi, questa ricetta non ha niente a che vedere con il cinema erotico, quello a luci rosse o po porno...! Gli gnudi non sono nè due amanti alla Paolo e Francesca sorpresi ad arrovellarsi nel letto da un marito ignaro e geloso nè due protagonisti d'ispirazione shakespeariana, travolti da una impetuosa libido e resi schiavi della loro passione. No, miei cari furbetti del buco della serratura, gli gnudi non sono altro che il ripieno del raviolo ricotta e spinaci cotto in acqua bollente e ripassato burro e salvia in padella, con una generosa spolverata di parmigiano reggiano. Anche se non si tratta di quella dispensata dal Dio Eros, vi assicuro che la goduria generata da un boccone di questa leccornia potrebbe farvi ridiscutere la vostra scala di misurazione del piacere...!
Il secondo episodio della saga del Paper lo trovate alla fine. Questa volta manca il riferimento al piatto, ma sapete com'è, quando il fuoco sacro della Musa ti investe, non le si può mica dire eh no guarda aspetta n'attimo che ora non c'ho la ricetta giusta...! Nel racconto c'è anche una piccola citazione cinematografica.. Chi la indovina per primo vince un BRAVO....!
Ingredienti per due persone:
una busta di spinaci freschi
150g di ricotta di mucca
100g di parmigiano
1 uovo
farina
noce moscata
burro
un rametto di salvia
pepe macinato fresco
Tuffate gli spinaci in poca acqua bollente e lasciateli cuocere per circa dieci minuti. Scolateli e lasciateli freddare. Strizzateli forte forte forte, prendendoli a piccoli mucchietti, in moda che siate sicure di aver eliminato la maggior parte d'acqua. Tritali con un coltello e metteteli in una ciotola.
Aggiungete la ricotta, l'uovo, il sale, il pepe, un cucchiaio di farina e il parmigiano. Impastate fino a che il composto non sarà omogeneo e ben amalgamato. Deve rimanere un po' duro, quindi se vi sembra troppo molliccio, aggiungete altro parmigiano o altra farina.
Prendete un po' dell'impasto e formate con le mani delle pallette non troppo piccole, infarinatele leggermente e mettetele in un piatto.
Mettete una pentola con abbondante acqua sul fuoco e quando bolle per bene buttate le pallette. Con una schiumarola smuovete delicatamente gli gnudi dal fondo ed aspettate che vengano a galla. Una volta in superficie, scolateli sempre con la schiumarola e ripassateli a fiamma decisa in una padella dove avrete precedentemente sciolto il burro con la salvia. Spolverate con altro parmigiano e......
Son Gnudi a Tavola!!!!!
Il secondo episodio della saga del Paper lo trovate alla fine. Questa volta manca il riferimento al piatto, ma sapete com'è, quando il fuoco sacro della Musa ti investe, non le si può mica dire eh no guarda aspetta n'attimo che ora non c'ho la ricetta giusta...! Nel racconto c'è anche una piccola citazione cinematografica.. Chi la indovina per primo vince un BRAVO....!
Ingredienti per due persone:
una busta di spinaci freschi
150g di ricotta di mucca
100g di parmigiano
1 uovo
farina
noce moscata
burro
un rametto di salvia
pepe macinato fresco
Tuffate gli spinaci in poca acqua bollente e lasciateli cuocere per circa dieci minuti. Scolateli e lasciateli freddare. Strizzateli forte forte forte, prendendoli a piccoli mucchietti, in moda che siate sicure di aver eliminato la maggior parte d'acqua. Tritali con un coltello e metteteli in una ciotola.
Aggiungete la ricotta, l'uovo, il sale, il pepe, un cucchiaio di farina e il parmigiano. Impastate fino a che il composto non sarà omogeneo e ben amalgamato. Deve rimanere un po' duro, quindi se vi sembra troppo molliccio, aggiungete altro parmigiano o altra farina.
Prendete un po' dell'impasto e formate con le mani delle pallette non troppo piccole, infarinatele leggermente e mettetele in un piatto.
Mettete una pentola con abbondante acqua sul fuoco e quando bolle per bene buttate le pallette. Con una schiumarola smuovete delicatamente gli gnudi dal fondo ed aspettate che vengano a galla. Una volta in superficie, scolateli sempre con la schiumarola e ripassateli a fiamma decisa in una padella dove avrete precedentemente sciolto il burro con la salvia. Spolverate con altro parmigiano e......
Son Gnudi a Tavola!!!!!
"Corre corre il buon postino
lungo i colli e nel giardino,
corre e salta in bicicletta,
senza mai cambiar maglietta.
Nella sacca ben pressata
c'è la posta di giornata:
la vecchina al davanzale
attende curva il suo giornale,
La signora sulla porta
vuol spedire la sua torta,
il bambino in ospedale
scrive auguri per Natale.
Tutti quanti son di fretta
che il postino non aspetta.
Corre corre, in su e in giù
ma non salta mai un igloo."
Per la decima volta Paper mormorò quella stupida filastrocca. Si stava lentamente calmando, recuperava lucidità ad ogni rima, scalava un battito per ogni minuto. Finalmente riuscì ad alzarsi, saldò il conto e ci aggiunse venti dollari di mancia. Un po' troppo rispetto al classico dieci per cento ma non era certo il caso di formalizzarsi con il cameriere di Joe Shangai. Allungava volentieri quel paio di banconote in più, erano un ottimo sistema per tenergli al guinzaglio la lingua, soprattutto oggi dopo quell'incontro allucinante.
E così qualcuno aveva parlato. Qualcuno che lo conosceva bene, una persona di cui si fidava, a cui aveva confidato tranci interi del suo passato. Che adesso erano esposti come tonni in vendita sul banco del pesce. La cosa lo infastidiva. La cosa lo faceva veramente incazzare.
Una volta uscito dal locale accese una sigaretta. Ci mise solo quattro secondi per comporre il numero.
- A...A...Accetto - disse
- Bene Alex, sapevo che saresti stato della partita. Il tuo pacco si troverà tra quattro ore esatte al 458 di Chesterfield Avenue, tra la Cinquantaquattresima e la Terza. Ricordati che non vogliamo nè casini nè riflettori quindi cerca di fare una cosa pulita. -
- Ehi A...A....Aspett... -
Click. Cazzo.
Un uomo. Uno con il tono di chi comanda. Uno schifoso bastardo che presto avrebbe sputato fino all'ultimo dente. E lui aveva fatto la figura del fesso con quella sbavatura nella voce, quell'accenno di esitazione. Con orrore si accorse che la disfunzione del linguaggio, la sua balbuzie, era tornata dalle sabbie mobili della memoria assieme al suo vero nome. Alex. Come un fantasma che esce all'improvviso da una vecchia soffitta, alzando nuvole di polvere tutt'intorno mentre scuote le sue mute catene.
La rabbia lo avvolse con foga di drago. Corse veloce lungo la strada, tirando i muscoli sino al limite dello spasmo, i polmoni come mantici impazziti soffiavano aria dentro e fuori, garantendogli il giusto scambio osmotico, l'affluenza continua di ossigeno al cervello. Doveva recuperare la propria freddezza, quella patina di indifferenza che lo aveva reso impermeabile all'altalena della vita, l'essenza del Paper così diversa da quella di Alex: in grado di farlo sopravvivere, che si nutriva di tutte le sue paure ed emozioni. Un alter ego artificiale quanto provvidenziale, un bozzolo filato con cattiveria e distacco che aveva protetto il baricentro del suo vero io. Finora.
Adesso si era smarrito. Smarrito per davvero. Cercò la fermata della metro più vicina per orientarsi. Dal punto in cui si trovava ci sarebbero voluti circa 35 minuti per tornare a casa. Rimanevano poco più di due ore per pianificare il lavoro. Era una follia. La vocina razionale dentro di lui lo invitava a non proseguire, a non rischiare la pelle per un'oncia d'orgoglio e una manciata di dollari. Non conosceva i dettagli dell'azione, non aveva studiato il campo da gioco, nè pianificato l'attacco. Non sapeva nulla del suo bersaglio. E doveva sembrare un incidente. Tanto valeva concludere subito le ostilità e sventolare bandiera bianca, arrendersi ai cow boy e consegnare arco e frecce, arrivederci e grazie, saluti e buone cose, piacere di avervi conosciuto. Ma lui alle vocine razionali non aveva mai dato molto retta. Gli stavano antipatiche, tutte di piene di saggezza take away da due spicci. Le cose erano più complicate di così. Se avesse mollato, non sarebbe stato in grado di contattare nuovamente quell'uomo. E non avrebbe mai saputo come era venuto in possesso di quel nome e chi glie lo aveva fornito. La faccenda andava portata avanti. Bisognava scoprire e poi eliminare l'usignolo che aveva cantato. Quello di cui aveva bisogno era un aiuto. Di quelli grossi, muscolosi e folli. Una mano subito e in fretta. E c'era una sola persona tanto sciroccata da farsi trascinare in una pratica pasticciata e con un forte puzzo di morto come questa. Saul. Aveva bisogno di quel bastardo figlio di puttana di Saul.
Saul e Paper si erano incontrati la prima volta nel distretto di polizia di Queensboro. A quei tempi per avvertire l'avvocato si usava ancora il telefono a gettoni, "Like a Virgin" era la hit del momento e lui e Saul dividevano la stessa cella di sicurezza, in attesa di essere interrogati da un poliziotto ciccione a cui il distributore di ciambelle sembrava aver rubato l'ultima monetina. Uh se era incazzato quello sbirro unto e arteriosclerotico, sembrava una grossa foca a cui un addestratore sadico aveva nascosto il giochino preferito. Dalle narici porose gli colavano leggeri rivoli di sudore ed emetteva un muggito sommesso ogni volta che cercava di infilare il grasso braccio nello sportello della macchina, tentando di raggiungere l'agognato dolcetto. Dalle sbarre della cella, Saul aveva cominciato a prenderlo per il culo dopo pochi minuti facendogli notevolmente aumentare la pressione sanguigna. Almeno a giudicare dalle dimensioni della vena che pulsava frenetica su quella calva tempia rosa.
- Ehi cicciabomba, troppi cioccolatini eh?!?! Ma quella mongolfiera nera che vedo è il tuo culo o la galassia di Orione?!?! Aspetta aspetta, ho capito ti sei travestito da Michael Moore per Halloween e la tua donna ti ha detto Amore mi fai arrapare tantissimo così ciccioneintelluttale e non ti sei più tolto il costume?!? Auhuaauhahauahauauaaahahahah- - Adesso vi faccio ridere davvero a voi due mezzeseghe - aveva risposto il poliziotto grasso. Chiamando in supporto un paio di nerborutipernientegrassimainvecemoltogrossi fautori della legge e dell'ordine, la foca gigante li aveva ripetutamente, prolungatamente e generosamente fraccati di botte per tutta la notte.Il giorno dopo, quando l'avvocatessa di Paper si era degnata di venirlo a tirare fuori dalla gattabuia, lui stesso le aveva chiesto se poteva occuparsi anche del caso di Saul. Una cosetta dovuta ad una disdicevole incomprensione con il proprietario di un'auto rubata che sosteneva di aver riconosciuto in Saul il malvagio malfattore.
In quel momento, Paper non sapeva di aver gettato le basi di una lunga e prolifica collaborazione criminale, fatta di colpi favori sbronze e scopate. Una corsa al massimo lungo i viali della malavita dove non ci si allacciano le cinture e non ci si ferma per far attraversare le vecchiette, una fuga rombante in moto, che alla lunga li aveva fatti diventare qualcosa come amici.(Continua....)
Per quanto riguarda gli gnudi.
RispondiEliminaCONOSCO IL TUO SEGRETO...
UHAUHAUHAUHAUHAUHAUAHUHAUHAUHAU!!!!!!!
E
Prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr! Non mi fai paura!
RispondiEliminaSembrano buonissimi!!!! Li farò e ti dirò!!! ;)
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