venerdì 11 novembre 2011

Stinco di Santo

Nel mio immaginario, una stanzetta disordinata dove creature fantastiche e mirabilia concettuali fanno capolino da scaffali sgangherati, il maiale è un animale simpatico tutto rosa e con un riccioluto codino. A causa di un sincretismo culturale probabilmente generato da una esposizione prolungata ai cartoni della Disney, associo i maiali ai bufali, animali sacri per i nativi americani. Dei quali - Balla coi Lupi insegna - non si buttava via niente. Questi bovini dell'ovest entravano completamente nel ciclo di vita della tribù: dalla pelle alla lingua, dalle ossa alle unghie, tutto veniva trasformato e convertito in energia e oggetti, in archi frecce e indumenti, contribuendo così alla prosperità di quei popoli. Un po' come i maiali nostrani. Magari meno esotici ed evocativi rispetto ai cugini d'occidente, ma ugualmente fondamentali per il sostentamento di noi gente italica. Non si butta via niente del maiale, neanche un pelino. Ci facciamo i pennelli, la cera, il grasso, l'arrosto e ogni tanto pure qualche film.

Il bufalo e il maiale sono entrambi animali totemici, vi si affidavano i destini e le preghiere dei sacerdoti e dei guerrieri nei villaggi e nelle praterie. Un po' come si fa con i santi. Che mica li mettiamo nel cassonetto dell'umido.No, diventano venerabili reliquie. Ora, cosa differenzia uno stinco di maiale da uno stinco di santo..? A parte l'odore...? Naturalmente, la giusta quantità di paprika.


Ingredienti x 2 persone:

Uno stinco di maiale del macellaio (probabilmente non ce l'ha così su due piedi, lo dovete ordinare quindi scrivetevi un post-it e ricordatevi di chiederglielo in anticipo. Quando lo avrete in mano non spaventatevi, la  classica forma "a cosciotto" che siamo abituati a vedere comparirà solo a fine cottura...!)
4 carote, 4 coste di sedano, 2 cipolle bionde
un barattolo di paprika
un cucchiaino e mezzo di zucchero di canna
timo e alloro (io non ce l'avevo ma era buono lo stesso..)
un chiodo di garofano per il brodo
un pezzetto di burro
olio e.v.o. e sale q.b

Iniziamo dal brodo. In una pentola versate 2,5 litri d'acqua, aggiungete una carota pulita divisa a metà, le coste di sedano, la mezza cipolla e il chiodo di garofano. Fate bollire per circa una mezzoretta a fuoco basso e col coperchio, poi salate, togliete il chiodo di garofano e spegnete.


Preparate le verdure rimaste a pezzettoni e in una casseruola, meglio se a pianta ovale, versate dell'olio d'oliva. Massaggiate lo stinco con una miscela di timo e sale e fatelo rosolare assieme all'alloro finchè non avrà preso colore. Toglietelo dalla casseruola e aggiungete al fondo di cottura un pezzettino di burro. Versateci le verdure a pezzi, una generosissima dose di paprika e lasciate stufare per una quindicina di minuti.


Rimettete lo stinco nella pentola, versate qualche mestolino del brodo, aggiungete lo zucchero di canna e abbassate la fiamma al minimo. Fate cuocere almeno un paio d'ore e bagnate di tanto in tanto la carne con il brodo.Togliete l'alloro. Con un frullatore ad immersione, frullate i due terzi del fondo di cottura e rimettetelo nella pentola, aggiungete alla bisogna un altro mestolino di brodo e fate cuocere un altro pochino.
Servite caldo con la sua salsina e se proprio volete strafare, la morte sua è col purè :-)

3 commenti:

  1. Cosa hanno detto gli ospiti?? :p

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  2. Iduccia gli ospiti vengono sabato che non potevano...! Intanto ho fatto la prova!

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  3. cavolo mi sarei mangiata le mani

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