venerdì 27 gennaio 2012

Fagottini di verza ripieni

Cari amici del tegame, questa ricetta è dedicata a tutti coloro che amano le sorprese, i regali, il rumore della carta strappata il giorno del compleanno. A quelli che riescono a sentirsi ancora un po' bambini ogni volta che ricevono un dono. A chi non cede allo sconforto, a chi si lascia emozionare, a chi sa ridere dei propri guai e a chi muore dalla curiosità, a chi non riesce ad aspettare, a chi canta a squarciagola mentre è in coda al semaforo. A quelli che amano la vita anche quando piove, a chi non chiude a chiave la porta di casa, a chi lavora con gli anziani, a chi ascolta e a chi racconta. Per tutti gli altri, c'è la rosticceria :-)


domenica 22 gennaio 2012

Ciambelloneggiando...

Cari amici dell'impasto, oggi post di riflessione sul significato dell'imprinting e sulla valenza che le prime esperienze come esseri senzienti hanno nella determinazione del nostro io adulto. Per avventurarmi in questa dissertazione pseudofilosofica ho deciso di prendere spunto dalla ricetta del ciambellone, semplicissimo, banalissimo, che non richiede un'approfondita conoscenza delle tecniche di alta pasticceria . Ognuno di noi ne conosce una ricetta. Ognuno di noi è convinto di preparare l'unico ciambellone degno di questo nome, erede dei segreti della nonna Pina e ultimo depositario del sapere supremo in fatto di ciambelle col buco. Perchè?


venerdì 13 gennaio 2012

Risotto porri e speck

Carissimi amici del guazzabuglio! Oggi vi presento un classicone dei risotti, una ricetta facile facile che ha per protagonista, come dice la mia amichetta salentina, la verdura con problemi dermatologici più buona al mondo.. Il porro. Sì sì sì, il porro è quel verdurone lungo lungo dal sapore delicato ma inconfondibile, che si adatta benissimo a diverse preparazioni: lo troviamo infatti nelle zuppe, nelle torte salate o come accompagno di qualche gustoso piatto di carne..! Questa volta ve lo propongo assieme allo speck per un risotto da leccarsi il cucchiaio, ma credo proprio che lo rivedremo presto in altre ricette sfiziose..


mercoledì 11 gennaio 2012

Abbracci energici

Il Comandante Jeek osservava la brulla pianura che circondava il campo base. Da quando era atterrato con la sua nave esploratrice sul pianeta Flet non c'era giorno in cui la desolazione dell'ambiente circostante non lo costringesse a riflettere sulla validità della propria missione. Eppure un modo doveva pur esserci, un sistema in grado di rendere abitabile questa luna dimenticata dalle carte astrali, che consentisse alla popolazione terrestre di ricominciare una nuova vita lontano dalle conseguenze catastrofiche delle esplosioni solari, violente eruzioni atomiche che stavano velocemente rendendo la Terra inospitale e inadatta alla vita biologica. Il pianeta Flet era stato individuato come possibile alternativa. L'atmosfera simile alla terra, la presenza di ghiacciai e di giacimenti di terriccio organico avevano convinto gli scienziati del programma Rebirth a tentare una missione esplorativa. Il Comandante Jeek, noto alle forze astromilitari per aver brillantemente compiuto delicate operazioni di salvataggio nella galassia di Orione, era stato scelto per guidare un drappello di uomini e verificare se il luogo prescelto rispondesse alle esigenze primarie della civiltà umana. Prima di partire, il Direttore del Programma gli aveva consegnato una lista di condizioni da verificare. Seduto alla sua scrivania nella cabina di comando del modulo interstellare con cui erano atterrati, il comandante spuntava questa insolita "to do list":  presenza di acqua (ce l'ho); temperatura esterna compressa tra 0°C e 38°C (ce l'ho); assenza di forme di vita multicellulari (ce l'ho.. non c'è manco un accidenti di lombrico qui..); presenza di metalli pesanti (ce l'ho.. il tenente Split mi ha confermato un giacimento ferroso non lontano dal campo); presenza di fonti di energia. E qui cascava l'asino. Erano ventisette giorni terrestri che la squadra del Comandante Jeek cercava una qualsiasi fonte d'energia su quella maledettissima luna. Invano. Nè fiumi, nè venti. Niente di niente, nemmeno ricorrendo a forme di produzione archeologiche come il carbone o il petrolio. In nessuna delle rilevazioni eseguite era stata trovata traccia di idrocarburi. I soli che illuminavano debolmente la crosta di Flet non bastavano a generare abbastanza kilowatt per garantire l'efficacia energetica all'intera popolazione terrestre. E l'opzione nucleare non era percorribile, troppo pericolosa, troppo simili alle eruzioni solari le conseguenze di un'esplosione del reattore. No. C'era bisogno di qualcos'altro. Un sistema in grado di produrre energia pulita, economica, rinnovabile. Questa era la sfida che il Comandante Jeek attendeva di vincere da ventisette lunghissimi giorni. Il morale della squadra era finito inevitabilmente sotto gli stivali protettivi della tuta regolamentare. E anche lui cominciava a sentire strisciare il senso d'inutilità. La delusione per non aver trovato una nuova casa serpeggiava nei suoi pensieri più profondi. Restavano solo tre giorni, poi sarebbero dovuti rientrare. A mani vuote, a testa bassa. Sapeva che il Direttore contava su di lui. Sapeva che il tempo stringeva, che ogni ora passata sulla crosta terrestre comportava perdite umane esponenziali. Pensò ai suoi figli, ancora al sicuro nel bunker di Nuova Yorg, e al tipodi futuro che gli avrebbe lasciato in eredità. Cercò di scacciare l'immagine dei corpi straziati dalle radiazioni come si fà con una mosca pedante, si passò le mani sul volto e decise di unirsi agli uomini sottocoperta. Raggiunta la sala ricreativa, si accorse che la temperatura all'interno della stanza era maggiore di diversi gradi. Vide gli uomini, le gote arrossate dal rum, seduti stretti stretti sulle panche. Fu come un'illuminazione. Un'idea pazza e geniale gli balenò nel cervello:  il corpo umano produce calore e dato che il calore è una forma di energia, forse è possibile sfruttare quel calore come fonte ausiliaria. Se fosse stato possibile collegare le persone mentre dormivano, mentre si abbracciavano, mentre facevano l'amore, ad una macchina in grado di convogliare e convertire in elettricità i loro trentasei gradi corporei, forse ce l'avrebbero fatta. Era folle, era insensato ed era l'ultima speranza del genere umano. Corse via dalla sala, lasciando gli uomini interdetti con i bicchieri ancora mezzi alzati per il brindisi in onore del loro Comandante. Con il primo sorriso dopo molti giorni grigi spedì un messaggio alla Stazione Rebirth. Da lì a poche ore, gli scienziati iniziarono a lavorare su un progetto Top Secret denominato "Abbracci Energici". Con la tecnologia  a disposizione, avrebbero sviluppato una tutina in tessuto in grado di trattenere e convertire il calore umano in poche settimane. L'era di Flet poteva cominciare.

domenica 8 gennaio 2012

Sformato bicolore di carote e broccoli

Cari amici dei fornelli, dopo lungo rimuginare ho deciso di creare un'apposita sezione del blog dedicato ai racconti. Quando ho iniziato l'avventura di In cucina con Claudia, tutto mi sarei immaginata tranne l'eventualità che questo spazio potesse diventare una specie di cucina/fucina dell'immaginazione, dove tra finocchi e pancetta facessero capolino anche personaggi, storie e avventure Erano passati dieci lunghissimi anni dall'ultima volta che avevo scritto un racconto.