venerdì 7 ottobre 2011

Insalata di farro con zucchine, primo sale e pesto al basilico

"Nella radura il suono della pioggia riecheggiava nella notte. Nella capanna, il cacciatore dormiva, rannicchiato nella pelle di orso da poco conciata. Fuori, solo il buio e il freddo, nessun movimento turbava il riposo dell'uomo.
Accanto a lui, la sua donna giaceva ad occhi aperti. Pensava al lavoro del giorno dopo, al fuoco da custodire, ai bambini da sfamare, alla legna da accantonare. E poi c'erano quegli strani semi, da cui crescevano rigogliose alcune spighe al margine esterno del villaggio. La donna era curiosa. La donna era affamata. Erano giorni che il cibo scarseggiava e con l'avvento dell'inverno le cose sarebbero solo peggiorate: le lepri cominciavano a rintanarsi nelle loro tane sotterranee, le orecchie ben al riparo dai morsi del gelo. I cervi avrebbero svernato molto più a sud, in fuga dal ghiaccio e dal vento che avrebbe spazzato per mesi i rami ormai spogli dei boschi.
I semi. Le spighe. La donna raccolse una pelle di daino e si cinse le spalle. Senza svegliare il suo compagno uscì nella notte, i raggi della luna danzavano con le gocce di pioggia sulle sue gambe nude. In fretta raggiunse il punto dove aveva visto crescere quella pianta selvatica. La trovò esattamente dove la ricordava e al buio ne raccolse le cime, da ciascuna delle quali un tenace chicco faceva capolino. Se ne riempi le mani. Il cielo cominciava a schiarire e i primi suoni del mattino iniziavano ad infrangere la quiete notturna. La donna aspettò che la luce si affacciasse sulla valle. Salutò con un bacio il cacciatore e la sua lancia che assieme partivano per la consueta battuta di caccia. Poi si sedette sulla soglia della capanna. Con cura separò i chicchi di farro dalla parte dura della spiga. Ne mise in bocca uno e lo succhiò. Sorrise. Avrebbe sconfitto l'inverno."

Ultima ricetta estiva in questo inizio di ottobre con un ingrediente spesso sottovalutato: il farro, cereale di antica data (pare se ne riscontri l'uso sin dal 5000 a.C.), si presta ad essere protagonista di piatti unici freschi, gustosi e originali, sostituendo il riso sia nelle insalate che nelle zuppe.
Ci tengo particolarmente a ringraziare le donne-raccoglitrici dell'era neolitica per avercelo fatto conoscere!

Ingredienti per 4 persone:

350g di farro
8 zucchine romanesche piccine
150g di primo sale (io l'ho sostituito con la feta)
3 o 4 foglie di limone
200g di basilico fresco
80g di parmigiano
80g di pinoli
olio e.v.o.
sale grosso

Sciacquate ripetutamente il farro sotto l'acqua. Riempite un pentolone d'acqua fredda e versateci il farro. Cuocete scoperto fino ad ebollizione. A quel punto abbassate il fuoco, coprite con un coperchio e lasciate cuocere per altri 25 minuti circa (assaggiate un chicco, è pronto quando è morbido). Salate solo a cottura quasi ultimata. Scolate il farro.


In una pentola mettete dell'acqua fino a sfiorare il cestello della vaporiera. Coprite il cestello con le foglie di limone. Lavate e riducete a tocchetti le zucchine.  Fatele cuocere al vapore per non più di 10 minuti. Nel frattempo riducete il primo sale (o la feta) a dadini.


Preparate in un mortaio il pesto, agiungendo il basilico, i pinoli, il parmigiano, l'olio e il sale grosso (oppure, solo per questa volta, compratene un barattolo già pronto ;-)). Allungatelo con un pochino d'acqua. In una ciotola capiente raccogliete il farro cotto, le zucchine, il primo sale e il pesto allungato con l'acqua. Girate il tutto e servitelo ai vostri cacciatori..!!

:-)


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